Immaginatevi i telefilm della fine anni '80: machismo, musiche elettroniche, abbigliamento sgargiante con spalline oversize ed esibizione testosteronica di muscolatura varia. Aggiungete una sceneggiatura scritta da un babbuino sprezzante del pericolo e un Lou Ferrigno non dipinto di verde ma con le stesse espressioni e battute di quando faceva "Hulk" e otterrete Crime Task Force (che nella versione italiana aggiunge anche l'incomprensibile sottotitolo "La Vendetta del mercenario"
Jessie è un ex soldato che ha partecipato ad una fanomatica guerra nell'America Centrale. Entra in un giro di cattive compagnie per ragranellare denaro facile. Il film si apre con una scena madre nella quale viene estratta dal bagagliaio la testa mozzata di un bambolotto che scopriamo essere stata attaccata fino a pochi secondi prima ad un tal Robbie. Jessie strabuzza gli occhi come Lino Banfi quando vede la dotazione di Alvaro Vitali ne "La dottoressa ci sta col Colonnello", accetta i soldi per il lavoro svolto, ma accade un imprevisto. Arriva una pattuglia della polizia che ha la peggio nel successivo conflitto a fuoco. Meno male che c'è il barbone più pulito e peggio nascosto del mondo che ha visto tutto! Jessie scappa col bottino e lo nasconde nel posto più sicuro della casa: uno zaino di pelouche a forma di coccodrillo! A questo punto compare il cattivone di turno (che scomparirà poi fino all'ultima scena della pellicola): MISTER B. !
Un cattivo di elevata caratura: Mister B! |
Crapanzano di "Così è la Vita" di Aldo Giovanni e Giacomo) che utilizzano metodi raffinati per svolgere il compito: lo impiccano con una fettuccia metrica. A questo punto Liberty e Bash se la legano al dito. In uno scontro epico riescono a sconfiggere, armati delle sole mani, Big Jimmy e soci che sparano raffiche coi fucili a pompa senza scalfirli. Titanico lo scontro tra Big Jimmy e Bash. In realtà Bash sarebbe anche scortato da una ventina di suoi allievi che però si limitano a fare il tifo (caloroso, per carità) mentre il loro mentore rischia la vita.
Nel frattempo il film acquista una inaspettata vena sociale ed impegnata. Liberty scopre che la fidanzata è incinta ed esterna la sua contentezza con un abbraccio e una frase delicata dai vaghi richiami talebani "Si sa. Quando la donna è incinta, impazzisce!"
Ma lei non vuole tenere il bambino. Troppo pericoloso dare alla luce una creatura che potrebbe restare presto orfana. Dopo una vigorosa grattata ai maroni Liberty difende con caparbietà il suo diritto alla famiglia, meglio di una Sentinella o di un comitato No Gender "Il figlio è anche mio. Ti ammanetterò al letto per 9 mesi". Dopo che il tema dell'aborto è stato affrontato con una tale delicatezza, lo sceneggiatore piazza il carico da 11 "Non pensi che quando saremo morti dovrebbe rimanere una prova del nostro amore?" Questo è troppo anche per la povera fidanzata di Liberty che infatti salta in macchina decisa a non mettere al mondo un bambino che dovrebbe sopportare un padre così ebete....
Alla fine c'è l'happy ending: cattivon sconfitti, gravidanza salva e anche quel neanderthaliano di Bash riesce a trovare l'amore!
Cosa aspettate a recuperare una copia di questo capolavoro: dialoghi imbarazzanti, recitazione sotto il livello di guardia (valga per tutte la scena nella quale Liberty e il poliziotto bevono dalle tazze vuote un inesistente caffè) e risvolti sociologici più ridicoli di una conferenza leghista sul gender. Ecco il trailer:
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