giovedì 4 febbraio 2016

Killer Virtuale

Cari amici oggi ci siamo subiti un film talmente brutto e presuntuoso da non essere neanche divertente. Emozionante e teso quanto un discorso motivazionale del Presidente Mattarella vi presentiamo "Killer Virtuale".
Trattasi di un indecoroso polpettone nel quale il temibile Warbeck, direttore della misteriosa Accademia della Arti Virtuali, addestra i suoi adepti ad uccidere le persone a colpi di Kung Fu tramite strani aggeggi di realtà virtuale. Il primo a subire le malefatte di questi gaglioffi è un misterioso similmafioso chiamato "GIUSEPPI" Bertolucci (come da scheda segnaletica che compare sul PC di Warbeck. Probabilmente avrà mangiato anche le fantomatiche Fettuccine Alfredo..). Già da subito non si capisce cosa abbia a che fare la realtà virtuale visto che il buon Bertolucci viene strangolato, mentre le sue inutili guardie del corpo giapponesi vestite da giardinieri vengono prese a fucilate, con gran soddisfazione dello spettatore che così si libera dei loro fastidiosi urletti alla Ken Shiro.
L'unica cosa virtuale nei primi venti minuti di film è l'avvenieristico navigatore che anni prima di Google Maps individua le strade con grafica da Amiga 500. In ogni caso entra in scena il nostro supereroe, ovvero il nerboruto agente della CIA Justin Vanier, detto anche il cugino scemo di Samuel L. Jackson col cappellino. Un'ovazione si alza dal pubblico quando rivela una gran verità "La realtà virtuale è una stronzata". Sia come sia decide di andare a recuperare il suo collega Eric, infiltratosi nell'Accademia di Warbeck. Qui per la successiva ora abbiamo la fortuna di assistere a sconclusionati combattimenti virtuali. Per darvi un'idea: immaginatevi di sedervi dietro un giocatore di Mortal Kombat o Street Fighter 2, aggiungete un pizzico del ritmo degli episodi di combattimento di Dragonball e shakerate il tutto con urla gutturali e cazzi e strepiti che neanche in tutta la filmografia di Bruce Lee.... Se non vi addormentate prima potrete sentire perle di saggezza come "Il governo uccide. Perchè non può farlo anche il popolo?" fino a giungere al consueto happy ending.
Più noioso e difficile da seguire di "Alice" di Svanmajer! (Dedicato alla nostra fan Alessandra!)
Forse aveva ragione il titolista americano che, in originale, aveva optato per [spettatore] "Expect No Mercy"!

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